ETNA
E DINTORNI
Punto
culminante della Sicilia, incappucciato dalla neve nel periodo invernale,
l'Etna, ancora attivo, è uno dei più famosi vulcani
d'Europa. La sua altezza, continuamente modificata dalle eruzioni,
è oggi circa 3350 m s.l.m. L'altro nome dell'Etna, Mongibello,
deriva da una errata interpretazione dell'arabo Gebel, monte, cui
è stato aggiunto una seconda volta l'appellativo. Etna sarebbe
così un suggestivo "due volte monte".
IL
VULCANO E LA SUA STORIA
L'Etna
nasce da eruzioni sottomarine che, in epoca quaternaria (circa 500.000
anni fa), formano anche la Piana di Catania, prima occupata da un
golfo. Le eruzioni dell'Etna nell'Antichità sono assai numerose,
almeno 135. Nel Medioevo il vulcano erutta nel 1329 e nel 1381,
seminando il terrore nella gente che vive nella zona. Ma è
nel 1669 che ha luogo il cataclisma più terribile: il torrente
di lava scende fino al mare devastando in parte Catania al suo passaggio.
In epoca più
recente le eruzioni più rilevanti sono quelle del 1910 con
la formazione di ventitrè
nuovi crateri, quella del 1917 quando una fontana di lava zampilla
fino ad 800 m al
di sopra della sua base, quella del 1923 dopo la quale la lava eruttata
resta calda per oltre diciotto mesi.
Le ultime esplosioni di "collera" del vulcano hanno luogo
nel 1928 quando una colata, di lava distrugge Mascali, nel 1954,
1964, 1971, 1974, 1978, 1979, 1981, 1983, 1985, fino a quella del
1991 che termina dopo ben tre anni.
L'Etna mantiene sempre il suo pennacchio di fumo e può in
qualsiasi momento entrare in attività.
Tutt'intorno
ai crateri, le colate di lava nere se sono recenti, grigie quando
invece risalgono a tempi più lontani e cominciano a ricoprirsi
di licheni, testimoniano con la loro presenza e, qua e là,
con i loro funesti effetti (strade interrotte, edifici distrutti)
l'incessante attività del vulcano.
A quasi 3000 m di altitudine, sul versante del cratere centrale,
nella zona Torre del Filosofo il cui rifugio è stato distrutto
dalla lava nel 1971, appaiono quattro crateri: quello di sud-est,
nato nel 1978, l'immenso cratere centrale, quello di nord-est, la
cima più alta, la cui attività non si è più
manifestata dopo il 1971, e la Bocca Nuova, ultimamente la più
attiva.
Per informazioni dettagliate sull'attività dell'Etna consultare
il capitolo dedicato al Vulcanismo.
PARCO
Istituito nel 1987, il parco copre un'estensione di 59000 ha.
La montagna appare come un enorme cono nero, visibile in un raggio
di 250 km. Alla sua base, estremamente fertile, prosperano numerose
colture di aranci, mandarini, limoni, olivi, agavi, fichi d'india,
nonchè banani, eucalipti, palme, pini marittimi e viti da
cui si produce eccellente vino Etna. Tra la vegetazione spontanea,
invece, particolarmente presente è l'euforbia arborea. Sopra
i 500 m crescono noccioli, mandorli, pistacchi, castagni che più
in alto lasciano il posto alle querce, ai faggi, alle betulle ed
ai pini, soprattutto nella zona di Linguaglossa (si veda oltre).
Il paesaggio a queste quote è inoltre caratterizzato dalla
ginestra dell'Etna.
Superati i 2100 m di quota ha inizio la zona desertica dove si trova
lo spinosanto (Astragalus siculus), piccolo cespuglio spinoso, a
cui spesso si trovano associate variopinte varietà endemiche
di viole, seneci e altri fiori che popolano le pendici dei crateri
secondari. Verso le punte più elevate, la neve e la lava
calda per lungo tempo, impediscono la crescita di qualsiasi tipo
di vegetazione macroscopica. E' il cosiddetto deserto vulcanico.
Il parco dell'Etna ospita anche una fauna variata di piccoli mammiferi
(istrici, volpi, gatti selvatici, donnole, martore, ghiri), volatili
(gheppi, poiane, fringuelli, picchi, upupe), alcuni rettili, tra
cui la vipera, e moltissime farfalle tra le quali spicca l'Aurora
deIl'Etna (Anthocharis damone)
LE
ESCURSIONI
Molti sono gli itinerari possibili all'interno del parco, sia percorsi
brevi che escursioni più lunghe, più complesse tra
cui La Grande Traversata Etnea -GTE- (5 giorni di trekking con tappe
dai 12 ai 15 km), sentieri natura e, per i più pigri, la
circumetnea sia in auto (si veda oltre) che in treno.
Quest'ultima utilizza il tratto ferroviario che "circumnavigando"
l'Etna, parte da Catania ed arriva a Riposto. Da qui, per rientrare
a Catania è possibile prendere un autobus.
Per informazioni, rivolgersi allla Ferrovia Circumetnea 095/541246.
Per informazioni dettagliate sui percorsi ci si può rivolgere
all'Azienda Provinciale
di Catania tel. 095/317722, all'Azienda di Soggiorno e Turismo di
Nicolosi tel 095/911505 o alle Pro Loco dei comuni etnei tra cui
Linguaglossa (tel. 095/643094), Zafferana Etnea (tel. 095/70 82825)
ed al Gruppo Guide Alpine Etna Sud a Nicolosi tel. 095/7914755).
Ascensione
al vulcano - A causa delle eruzioni dell'Etna, le attrezzature
turistiche (strade, piste, funivie, rifugi) non hanno carattere
definitivo e possono essere rimosse o soppresse a seconda della
gravità dei danni arrecati dall'eruzione più recente.
Le escursioni sul vulcano possono essere annullate in caso di maltempo
(pioggia, nebbia). E' utile tenere presente che, soprattutto per
il versante nord-est, il periodo in cui l'escursione è possibile
varia ogni anno a seconda delle nevicate. All'inizio della stagione
(normalmente a maggio) vengono effettuate gite più brevi
che raggiungono quote meno elevate, solo quando le strade sono state
liberate dalla neve e, nel tratto più alto, è passata
la ruspa, si raggiunge quota 3000. Il periodo migliore per effettuare
l'escursione quindi è normalmente la piena estate. Il momento
migliore sono le prime ore del mattino.
Equipaggiamento
- Sia per le escursioni a quota più bassa che per quelle
che invece raggiungono le altitudini più elevate (si veda
oltre) è necessario tener presente che, sebbene ci si trovi
in Sicilia, qui la temperatura può raggiungere minime molto
basse. E' quindi consigliabile essere equipaggiati con un maglione
ed una giacca a vento e calzare scarpe adatte (meglio se scarponcini
da trekking, perchè spesso in alto si trova la neve). Chi
dovesse arrivare sprovvisto del giusto abbigliamento, può
comunque noleggiare giacche a vento e scarpe adatte. Inoltre, dato
che il riverbero del sole può essere molto intenso, è
meglio essere sempre provvisti di occhiali da sole.
LE
VIE DELL'ETNA
L'ascesa al vulcano può essere effettuata sia dal versante
nord che dal versante sud. I due percorsi offrono panorami e caratteristiche
diverse.
Più brullo, nero e desertico il percorso che da Nicolosi
porta al Rifugio Sapienza, immerso nel verde il tratto che conduce
a Piano Provenzana.
Dalla
costa al versante sud
Percorso di 45 km con partenza da Acireale - 1/2 giornata ca Diversi
sono gli approcci per raggiungere il versante sud del vulcano, quello
più brullo, nero di lava frantumata a formare un paesaggio
dall'aspetto lunare. Molti sono i paesini da cui si può passare
per raggiungerlo e tutti hanno in comune una caratteristica: la
pietra lavica a pavimentare le strade, ad ornare portali e finestre
delle case, a creare mascheroni resi più minacciosi dal colore
scuro, a sottolineare le linee delle chiese.
DINTORNI
Aci
Sant'Antonio - La piazza Maggiore custodisce alcuni dei
principali monumenti cittadini ed è dominata dall'imponente
facciata del Duomo, ricostruito dopo il terribile terremoto del
1693. Di fronte si erge la cinquecentesca chiesa di S. Michele Arcangelo.
Dalla piazza si snoda la centrale via Vittorio Emanuele chiusa,
in fondo, da ciò che resta del palazzo della famiglia Riggio.
Viagrande
- Il centro del paese è pavimentato a grandi lastroni di
pietra lavica.
La settecentesca Chiesa Madre ha una facciata scandita dalla stessa
scura pietra che sottolinea le linee verticali, i portali e le finestre
che li sovrastano.
Trecastagni
- Contrariamente a quanto si possa pensare, il nome si riferisce
ai tre santi (tre casti agni, cioè agnelli) qui venerati:
Alfio, Filadelfio e Cirino. E' qui che ha luogo la festa dei tre
santi con la processione del ceri, alcuni pesantissimi, che tra
il 9 ed il 10 maggio vengono portati dagli ignudi fino al Santuario
di S. Alfio, all'inizio del paese. Via Vittorio Emanuele, fiancheggiata
da bei palazzi, permette di giungere ai piedi della Chiesa Madre
di S. Nicola, caratterizzata da un campanile centrale. L'edificio
è preceduto da una ripida scalinata fiancheggiata, sulla
destra, da un'esedra che più in alto si scompone in un gioco
di rampe asimmetriche. In alto, una terrazza permette di godere
di una bella vista sulla piana sottostante.
Tra
cucina e folclore - Il ristorante Villa Taverna, in corso Colombo
42 a Trecastagni, offre una particolarissima ambientazione e ripropone
la ricostruzione di alcuni angoli del centro storico catanese, quasi
una scenografia completa di oggetti che fanno rivivere un'epoca
passata. La cucina propone un menù tipico siciliano a prezzo
fisso.
Pedara
- Piazza Don Diego è dominata dal Duomo, che presenta una
singolare cuspide maiolicata a vivi colori.
Nicolosi
- E'considerata la porta dell'Etna. Qui hanno sede le guide Alpine
Etna Sud (tel. 095/7914755) e da qui si snoda la bella strada che
conduce fino al Rifugio Sapienza, luogo di partenza per le escursioni
al cratere.
Verso
la cima dell'Etna - Il percorso permette di scoprire un volto
inusuale e proietta il visitatore in unta dimensione quasi fantastica,
ove le note dominanti sono il nero della lava e l'azzurro del cielo
con, qua e la, qualche spruzzo bianco di neve.
Prima di giungere al rifugio, un'indicazione segnala i Crateri Silvestri,
una brevissima passeggiata a quota 1886 m. ma che ci catapulta sulla
luna, con i suoi crateri.
Ascesa
al versante sud - L'escursione si svolge parte in funivia (dal
Rifugio Sapienza) fino a 1923 m, parte in fuoristrada (fino a 2608
m).
L'ultimo tratto a piedi. Per ragioni di sicurezza non è più
possibile avvicinarsi alla bocca centrale. Si giunge però,
dopo un breve cammino, ad una zona "calda", in cui la
terra fuma.
La gita prevede anche una sosta in fuoristrada nei pressi della
Valle del Bove, vasta zona depressa (da qui l'appellativo valle)
delineata da muraglie di lava alte fino a 1000 m in cui si aprono
crepacci e voragini. La zona è stata spesso teatro di eruzioni
di cui alcune particolarmente pericolose, in cui la lava è
riuscita a raggiungere i centri abitati (1852, 1950, 1979 e 1991).
Il
versante nord-orientale
Percorso di 62 km con partenza da Linguaglossa - 1 giornata ca
Linguaglossa
- Il paese, letteramente due volte lingua (Glossa in greco) testimonia,
nell'ipotesi più intrigante, la sua posizione "calda"
proprio sulle pendici
dell'Etna che spesso furono invase da sciare di lava incandescente.
La piazza centrale è caratterizzata dalla presenza della
Chiesa Madre, in pietra lavica e arenaria. All'interno, si può
ammirare un bel coro ligneo del 1728 con scene della vita di Cristo.
La Pro Loco di Linguaglossa, lungo la via principale del paese,
funge da principale punto di riferimento per le escursioni sull'Etna.
Materiale e pannelli esplicativi all'interno della sede aiutano
a conoscere il parco ed il vulcano, a programmare le gite.
Lungo la strada Mareneve, fiancheggiata da una bella pineta di pini
lanci, si giunge fino a Piano Provenzana dove si può lasciare
la vettura per effettuare l'escursione ai crateri sommitali.
Ascesa
al versante nord - In un bellissimo percorso, il pulmino fuoristrada
raggiunge i 3000 m ca di altitudine. Su questo versante è
stato installato il nuovo osservatorio che ha sostituito quello
distrutto dalla lava durante l'eruzione del 1971 (durata 69 giorni)
che ha interessato sia il versante sud (ove oltre all'osservatorio
viene "cancellata" la vecchia funivia), che il versante
orientale ove la colata lavica arriva a minacciare alcuni centri
abitati (Fornazzo, Milo) per fermarsi a circa 7 km dal mare. Dalle
vicinanze dell'osservatorio, a 2750 m ca, si gode di una magnifica
vista. Si prosegue poi fino a quota 3000. Qui si abbandona il fuoristrada
per procedere a piedi e vedere da vicino quelle terribili sbuffanti
bocche che a seconda del loro umore decidono di risparmiare le terre
attorno o di mondane di una sciara, o di fuoco vivo. Il percorso
varia a seconda dei capricci del vulcano. Lungo il ritorno, viene
effettuata una sosta a 2400 m d'altitudine, per vedere i crateri
protagonisti dell'eruzione del 1809.
La
strada orientale - Una volta ritornati a Piano Provenzana si
può proseguire lungo la strada panoramica Mareneve che costeggia
la zona sommitale dal lato est. Sulle basse pendici del versante
orientale dell'Etna, si trovano numerosi paesini agricoli che sfruttano
la fertilità del suolo vulcanico per coltivare vite ed agrumi.
In località Fornazzo, appena prima di immettersi sulla strada
che collega Linguaglossa con Zafferana Etnea, si giunge fino all'incredibile
colata lavica che, nel 1979, ha "rispettato" la piccola
Cappella del Sacro Cuore (sulla sinistra) sebbene addossandosi ad
uno dei muri e riuscendo a penetrare un poco all'interno: Oggi è
meta dei numerosi fedeli che vedono in questo un evento miracoloso
e vi portano numerosi ex-voto. Da Fornazzo una breve deviazione
sulla sinistra permette di raggiungere Sant'Alfio.
Sant'Alfio
- Il paesino possiede una monumentale Chiesa Madre secentesca ma
rimaneggiata nel XIX sec., con una singolare facciata a campanile
in pietra lavica. Dalla terrazza antistante la chiesa si gode di
una splendida vista sulla costa ionica. L'attrattiva principale
di S. Alfio è però il castagno
dei 100 cavalli (sulla provinciale per Linguaglossa), un maestoso
esemplare di più di duemila anni, il cui tronco, formato
da tre distinti polloni, ha una circonferenza di 60 m. Il nome gli
deriva da una leggenda, secondo la quale la regina Giovanna (non
si sa se Giovanna d'Aragona, regina di Castiglia o Giovanna d'Angiò
regina di
Napoli) vi trovò riparo in una notte di tempesta con il suo
seguito di 100 cavalieri.
Ritornare
in direzione Fornazzo e proseguire a sinistra verso Milo.
Milo
- Piccolo borgo agricolo, Milo deve la sua sopravvivenza nel corso
del tempo all'imprevedibile e cieco cammino della lava che lo ha
sempre risparmiato. Molte volte infatti, la colata è giunta
vicinissima (nel 1950, 1971 e 1979) ed alla fine ha deviato il suo
corso.
Proseguire
in direzione di Zafferana Etnea e raggiungere Trecastagni e poi
Nicolosi per poi proseguire sul versante sud o verso Catania.
LA
CIRCUMETNEA
Circuito di 154 km ca - 1 giornata
La
strada che corre tutt'intorno all'Etna, permettendo di cogliere
immagini sempre diverse del vulcano, tocca alcuni interessanti paesini.
Catania
Misterbianco
- L'imponente chiesa settecentesca di S. Maria delle Grazie eleva
la sua bella facciata sopra le case del paese ed è visibile
fin da lontano. All'interno, nell'abside di destra, è custodita
una Madonna col Bambino attribuita ad Antonello Gagini.
Paternò
- Nel 1072, Ruggero II edifica sull'alto di una rupe un castello
dalle forme squadrate, ma ingentilite, su uno dei lati, da una serie
di bifore: una linea di quattro più piccole coronate da una
molto più grande sopra. Il nero della lava contrasta con
il candore degli elementi architettonici che risultano così
molto evidenti. Intorno al castello sorgono anche i centri religiosi.
Si costruisce la chiesa madre (di origine normanna, ma rifatta nel
'300) e la Chiesa di S. Francesco. La cittadina si sviluppa invece
ai piedi della rupe ed ha un assetto secentesco.
Santa
Maria di Licodia - Il centro della cittadina è costituito
da piazza Umberto, in posizione sopraelevata è delimitata
dall'ex-monastero benedettino (oggi Municipio) e dalla Chiesa del
Crocifisso.
Defilata lungo il lato sinistro della chiesa si può ammirare
una bella torre campanarla (XlI-XIV sec.) con decorazione a fasce
bicrome.
Adrano
- Una delle cittadine etnee più antiche (le prime tracce
risalgono all'epoca neolitica) Adranon sarebbe stata fondata dal
tiranno Dionisio I nel V sec. a.C. Si possono ancora vedere resti
delle mura ciclopiche a grossi blocchi squadrati in pietra lavica
(seguendo via Catania e poi una deviazione a destra con segnaletica
gialla). In periodo normanno viene costruito il Castello che ancora
oggi troneggia nella centrale piazza Umberto. Squadrato, in pietra
lavica, risale nella sua forma attuale all'epoca sveva. Al suo interno
sono ospitati tre musei. Il Museo Etnoantropologico raccoglie oggetti
di artigianato locale. Il Museo Archeologico Regionale, dislocato
su tre piani, nipercorre attraverso i reperti la storia della zona
(ma anche di altre aree della Sicilia orientale) dal Neolitico all'età
bizantina.
Particolarmente degni di nota sono: (il banchettante, bronzetto
di officina samia (seconda metà del VI sec. a.C.) che decorava
probabilmente un bacile in bronzo o una cesta, il busto in terracotta
di una divinità sicula femminile rinvenuto in contrada Primosole
(V sec. a.C.). un busto fittile femminile di tipo locrese (V sec.a.C.).
un gruppo fittile raffigurante Eros e Psiche e uno splendido cratere
attico a colonnette (V sec.a.C.) (tutti i reperti citati sono al
2° piano). All'ultimo piano si trova la Pinacoteca in cui sono
esposti dipinti su tela (tra cui opere dello Zoppo di Gangi, di
Filippo Paladino e Vito D'Anna), vetro e metallo, sculture in legno,
alabastro, bronzo databili dagli inizi del XVII agli inizi del XX
sec. e una serie di opere di pittura e scultura contemporanee di
artisti adraniti e non.
La piazza si allunga a est nel piacevole giardino della Villa comunale,
su cui si affaccia l'imponente prospetto della Chiesa e Monastero
di S. Lucia. La facciata della chiesa, bicroma, è opera settecentesca
di Stefano Ittar.
Centrale
Solare Eurelios - Si trova a pochi chilometri da Adrano ed è
stata realizzata nell'ambito di un progetto di ricerca dell'allora
CEE, grazie al contributo di un consorzio italo-franco-tedesco.
La centrale dopo una fase di sperimentazione durata dal 1981 al
1987 non è più utilizzata (poteva generare una potenza
di 1 MW): attualmente si sta invece sperimentando la produzione
di energia elettrica a partire dall'energia solare tramite pannelli
fotovoltaici (costituiti da celle di silicio), nell'ambito del progetto
dell'Enel di fornitura di energia ai rifugi di montagna o edifici
isolati.
Ponte
saraceno - Si trova fuori città, lungo il fiume Simeto.
Uscire da Adrano a sud e seguire le indicazioni per Bronte. Si giunge
ad un bivio ed un cartello segnaletico indica il ponte. A sinistra
ed a destra la strada è asfaltata; di fronte diparte invece
una strada sterrata. Imboccarla e seguire il tracciato principale
fino al fiume dove si trova il ponte. Di origine romana, il ponte
è stato ricostruito sotto Ruggero II e rimaneggiato nelle
epoche successive. Le arcate ogivali sono sottolineate da una fascia
bicroma. Un breve percorso sulla sponda del fiume verso nord permette
di scoprire le belle Gole del Simeto, anch'esse formate, come le
gole dell'Alcantara (si veda alla voce) da una colata lavica (questa
volta dell'Etna) "ripulita" dall'acqua che ha levigato
i grandi massi basaltici.
Bronte
- In centro al paese sorge il Collegio Capizzi, prestigiosa scuola
settecentesca ospitata in un bel palazzo. A qualche chilometro di
distanza, nei pressi di Maniace, anche se territorialmente sotto
questo comune, si trova la bella Abbazia benedettina di Maniace,
poi trasformata nel "Castello di Nelson".
Castello
di Nelson
Da Bronte seguire le indicazioni. Si trova appena prima di Maniace.
L'abbazia benedettina fondata nel XII sec.: per volontà della
regina Margherita, moglie di Guglielmo il Malo, era situata lungo
un'importante via di comunicazione con l'entroterra della Sicilia.
La cappella annessa presenta un bel portale con capitelli stonati.
All'interno si trova un'icona bizantina del XIII sec. ma popolarmente
creduta l'originale portata dal condottiero bizantino Giorgio Maniace
che nel 1040 inflisse una dura sconfitta agli Arabi proprio in questi
luoghi. Il fiorente monastero subisce diverse modifiche, e viene
alla fine donato da Ferdinando III all'ammiraglio inglese Nelson
neI 1799.
Randazzo
Linguaglossa
Dirigersi
verso la costa, imboccando la deviazione per Marina di Cottone.
Riserva
naturale del fiume Fiumefreddo - Il Fiumefreddo sgorga dalle
pendici nord-orientali dell'Etna dove, per l'elevata permeabilità
delle rocce vulcaniche, l'acqua si infiltra nel terreno e riaffiora
poi in pianura, grazie alla presenza di un substrato argilloso impermeabile.
L'alveo del fiume è alimentato essenzialmente da due risorgive,
quella di Testa dell'Acqua e le Quadare (in dialetto siciliano paiola),
profonde fino a 10-12 m. Per apprezzare la profondità e la
limpidezza delle acque si consiglia di effettuare la visita nelle
ore in cui il sole è più alto. L'acqua del fiume,
che non supera mai una temperatura di 10-15°C anche in estate
e ha la caratteristica di defluire lentamente, favorisce la presenza
di una particolarissima vegetazione acquatica in cui a specie tipiche
dell'Europa centrale come il ranuncolo a pennello si associano specie
"africane" come il papiro. Altre specie vegetali presenti
sono: il salice bianco, il giaggiolo acquatico, il pioppo tremulo,
l'equiseto o erba cavallina. La presenza delle sorgive favorisce
inoltre la sosta degli uccelli di passo: aironi, beccacce, ricocoli
e molti anatridi. Nella zona limitrofa alla riserva si trova il
settecentesco Castello degli Schiavi (privato, non visitabile),
opera degli architetti Vaccarini e Ittar.
Giarre
- La cittadina faceva parte della contea di Mascali, concessa in
feudo al vescovo di Catania da Ruggero II nel 1124. Il toponimo
deriva infatti dalle giare in cui venivano raccolte le decime dovute
al vescovo su tutti i prodotti della terra. Il Duomo è un'imponente
costruzione neoclassica, con due torri campananie gemelle, di forma
squadrata. L'arteria principale è via Callipoli, fiancheggiata
da bei negozi e da residenze signorili, tra i quali è degno
di nota il Palazzetto Bonaventura (n° 170), in stile liberty.
Al n° 154, Palazzo Quattrocchi è caratterizzato da decorazioni
in stile moresco.
Da
Giarre dirigersi verso la costa in direzione di Riposto.
Riposto
- Era qui che venivano "ripostate" le decime raccolte
nella contea di Mascali, che dovevano essere trasportate via mare.
Il borgo si sviluppò infatti ad opera di una colonia messinese
(da cui il culto della Madonna della Lettera) attorno ai magazzini
e nel XIX sec. divenne un importante centro commerciale per l'esportazione
del vino. Vi sono infatti numerosi resti di edifici industriali
del secolo
passato. Il grazioso Santuario della Madonna della Lettera, prospiciente
il mare, fu eretto nel 1710, anche se un edificio religioso esisteva
probabilmente già in epoca normanna, come dimostrano gli
scavi sotto il santuario che hanno portato alla luce delle cripte
con colatoi per cadaveri di epoca paleocristiana, monete di epoca
arabo-normanna e resti architettonici del periodo aragonese. Il
quadro della Madonna col Bambino, di incerta datazione, è
posto su un altare settecentesco. Interessante il coro ligneo scolpito
realizzato alcuni anni fa e singolare il lampadario barocco con
decorazioni in madreperla, di probabile fattura locale.
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Catania
Aci Bonaccorsi
Aci Castello
Aci Catena
Acireale
Aci Sant'antonio
Aci Trezza
Adrano
Belpasso
Biancavilla
Bronte
Calatabiano
Caltagirone
Camporotondo Etneo
Castel Di Judica
Castiglione Di Sicilia
Fiumefreddo Di Sicilia
Giarre
Grammichele
Gravina Di Catania
Licodia Eubea
Linguaglossa
Maletto
Maniace
Mascali
Mascalucia
Mazzarrone
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Milo
Mineo
Mirabella Imbaccari
Misterbianco
Motta Santa Anastasia
Nicolosi
Palagonia
Paternò
Pedara
Piedimonte Etneo
Raddusa
Ragalna
Ramacca
Randazzo
Riposto
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San Gregorio
San Michele Di Ganzaria
San Pietro Clarenza
Sant'agata Li Battiati
Sant'alfio
Santa Maria Di Licodia
Santa Venerina
Scordia
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Valverde
Viagrande
Vizzini
Zafferana Etnea
Il
Vulcano Etna
Aci San Filippo
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